Sicurezza sul lavoro: l’analisi della Uai sulla Provincia di Latina
13/12/2016 / byEconomy Blogger / Categories : Economia & FinanzaIn Italia si vengono spesso a creare situazioni paradossali, specialmente quando si comincia a parlare del mondo del lavoro e di tutte le problematiche ad esso connesse. È il caso della Legge 81/2008, lo statuto fondamentale sulla sicurezza sul lavoro, normativa importantissima ma ancora oggi, nonostante i continui fatti di cronaca e le numerose “morti bianche”, applicata fin troppo di rado nel modo più corretto.
Una situazione che ben conoscono nella Provincia di Latina dove, su 24mila imprese, il 40% risulta non essere in regola. Facciamo riferimento a numeri che spaventano davvero tanto: sono quasi 10mila le ditte non a norma, con più di 28mila dipendenti che, ogni giorno, operano in condizioni di sicurezza precarie, correndo rischi di cui molto spesso non sono neppure consapevoli a causa della scarsità, o della totale mancanza, dei necessari corsi di formazione richiesti dalla legge sopra citata.
È proprio sul fronte della formazione professionale che continua a battersi ormai da anni la Uai (Unione Artigiani Italiani), sempre pronta inoltre a fornire la dovuta assistenza e il supporto dal punto di vista legale e sindacale ai lavoratori in difficoltà. Una recente analisi della sezione della Uai di Latina ha messo in luce le criticità di una provincia divisa in due.
In linea di massima, si può dire che i comuni del nord della provincia come Aprilia, Cisterna, Latina o Sezze sono più all’avanguardia per quanto riguarda la conoscenza delle normative e l’applicazione delle stesse. Peggiore la situazione nei territori più a sud, dove invece persistono ancora molti problemi, causati soprattutto dalla diffusione a macchia d’olio del caporalato e del bracciantato in nero, che certo non facilitano il lavoro svolto della Uai.
Si può dire che la provincia, spiega Gabriele Tullio, direttore della Uai di Latina, sia spaccata a metà per quanto riguarda il tipo di imprese che vi operano. Al nord si tratta infatti di aziende per lo più romane, mentre nei comuni del sud gran parte dei cantieri sono in mano alle ditte campane che, in termini di sicurezza sul lavoro, sono ai livelli più bassi d’Italia.
È quindi nelle zone del Sud Pontino che si concentrando da anni l’azione dell’associazione, con una particolare attenzione per la questione dei lavoratori stranieri e di tutti gli irregolari che, spesso inconsapevolmente, rischiano la loro vita nei cantieri e sui campi della provincia.
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